Sardegna 2, la vendetta!

venerdì 7 Ottobre 2011

Ciao a tutti,

dopo avervi parlato qui dei ricordi piacevoli, ecco la seconda parte (quella “divertente”) del viaggio in Sardegna, ovvero…

I BOCCIATI

Hotel Club Ogliastra Beach a Cardedu

Inizio subito con l’elenco delle pochissime cose positive del villaggio:

  • il prezzo: abbiamo acquistato un voucher su Poinx che con meno di 500 euro prevedeva il soggiorno all inclusive in questo villaggio 4 stelle (almeno sulla carta…);
  • un cameriere sardo presente quasi sempre nel ristorante dell’hotel: l’unica persona nel villaggio seria, gentile, che ha cercato di aiutarci consigliandoci anche posti fuori del villaggio;
  • la qualità di alcuni piatti al ristorante: i piatti cucinati nel ristorante erano mediamente buoni, alcuni anche ottimi.

La struttura è relativamente nuova, dovrebbe avere 5 o 6 anni e da 2 fa parte di una catena di villaggi con sede a Livorno, la “Uappala”: ma si può chiamare una catena di villaggi Uappala? Secondo me va contro tutte le leggi conosciute del marketing… Mah…

Il villaggio esternamente è passabile, anche se ci sarebbero ampi margini di miglioramento, tipo eliminare o spostare i giochini per bambini che ora sono accanto alla piscina, avvicinare il teatro alla struttura centrale dell’hotel, inserire cartelli con indicazioni riguardo a dove si trovano i vari servizi dell’hotel (dalla reception al ristorante, dai campi di calcetto e tennis al teatro). La scelta poi di dividere il complesso in due parti separate dalla strada la reputo alquanto discutibile, soprattutto perché il villaggio pare destinato in particolare ad anziani e coppie con bambini e questa disposizione potrebbe creare pericoli per i più piccoli.

La spiaggia è mediocre, ma è in linea con tutte le altre spiagge della zona. E’ fatta di sabbia e ciottoli (nell’acqua quasi solo ciottoli!!) e dall’hotel ci si arriva tramite un sentiero, in alcuni punti semicoperto dall’erba, oltrepassando una pineta. Per essere la spiaggia di un villaggio l’ho trovata piuttosto trasandata, senza un minimo di servizi (il bar era sotto la pineta, era spesso chiuso e non aveva quasi niente!), neanche gli animatori passavano a fare due chiacchiere (e qui la mente torna al Club Med di Columbus Isle  in cui un’animatrice passava più volte al giorno a cercare di convincerti a fare una partita di beach volley e al tuo gentile rifiuto rispondeva dispiaciuta con un “Why not?” tanto da essersi meritata proprio quel soprannome…).  

Appena siamo entrati in camera, siamo rimasti colpiti dallo stile “baita di montagna”: travi a vista e arredamento in legno stile arte povera, bagno piccolo ma completo. Sembrava carina, ma…

  • le tende della finestra della camera non coprivano abbastanza, per cui avevamo la stanza illuminata a giorno dalle 6 del mattino…
  • quasi tutte le notti eravamo “allietati” dai campanacci e dai belati del gregge di pecore che pascolava nel campo accanto al villaggio: la nostra camera era a meno di 5 metri dal suddetto campo, per cui vi lascio immaginare i concerti in notturna…
  • in bagno non c’era neanche una tendina sulla finestra (che oltretutto dava anche sulla strada!), per cui la sera dall’esterno probabilmente si vedeva tutto nonostante i vetri satinati. Inoltre dal momento che i cancelli erano sempre aperti e la nostra camera era al piano terra a circa 3 metri dal cancello d’ingresso del villaggio, qualsiasi ladro poteva facilmente entrare in camera forzando questa finestra senza grossi problemi…
  • le cameriere che si occupavano delle pulizie… semplicemente non le facevano!! Ogni giorno si presentavano ad orari impensabili (dalle 8:15 alle 9), mentre noi a volte stavamo ancora a letto, infischiandosene del “non disturbare” ben affisso fuori e spesso senza neanche bussare . Per una settimana non hanno mai pulito la stanza, si limitavano a rifare il letto senza cambiare le lenzuola: i capelli che cadevano per terra in bagno ci sono rimasti per tutta la settimana, a volte li trovavamo un pò spostati, ma erano sempre lì. Non ci hanno mai rimesso sapone, shampoo e bagnoschiuma in bagno, al punto che negli ultimi giorni, quando avevamo finito le bottigliette che avevamo trovato appena arrivati, siamo dovuti andare a chiederle in reception. In compenso abbiamo scoperto che queste cameriere “controllavano” molto bene all’interno dei mobili: una mattina infatti avevamo lasciato nel minifrigo il vassoietto di mignon che ci avevano regalato nella pasticceria a Tortolì con le ultime 6 paste (le avevamo contate prima di metterle via!!) da dividerci a pranzo e magicamente a pranzo i 6 mignon erano diventati 5… Non abbiamo detto niente in reception perché sicuramente ci avrebbero detto che ci sbagliavamo (o avrebbero inventato una scusa del tipo che erano stati gli alieni scesi sulla Terra a rapire il nostro mignon… ). Non volevamo metterci al loro livello per un dolcetto, e abbiamo preferito lasciar stare, anche se io sono stata da quel momento con la paura che avessero rovistato fra le mie cose e mi hanno anche lasciata con un dubbio: non trovo più un blocchetto di buoni pasto del valore di circa un centinaio di euro che avevo nella borsetta lasciata dentro l’armadio della camera. Forse li avevo lasciati a casa, forse no… Purtroppo non posso verificare perché sui blocchetti non c’è scritto il mese a cui si riferiscono, ma io sono convinta di averli portati con me…
  • in tutto il villaggio non c’era la rete wifi e dalla nostra camera non prendeva neanche bene il cellulare, per cui abbiamo chiesto come poter usare internet in modo accettabile… Beh, la risposta dell’addetta alla reception è stata “In via eccezionale, se hai bisogno puoi usare il pc della reception ma non durante il nostro orario di lavoro”. Tutto sommato è stata gentile, ma questa risposta è un segnale preoccupante delle inefficienze della Uappala…

Passiamo al ristorante, organizzato malissimo e, a parte la qualità di alcuni piatti e un cameriere simpatico, completamente da cambiare. A partire dall’assegnazione dei posti: è la prima volta che in un villaggio ci ritroviamo ad avere il tavolo assegnato per tutta la vacanza a colazione, pranzo e cena, quasi come se si fosse in una mensa… Per non parlare del “maitre” (ovvero il capo sala che si definiva come tale…) che era a dir poco odioso: ha rischiato il linciaggio durante l’assegnazione dei posti di una comitiva, era evidente che era sempre a caccia di mance e con noi aveva preso troppa confidenza, facendo battute stupide sul fatto che arrivavamo sempre tardi… Certo che arrivavamo tardi: i pasti erano ad orari “da pensionati”: la colazione era dalle 6.30 alle 9.30 (ma alle 8.45 era già praticamente finito tutto), il pranzo era dalle 12.30 alle 14.30 e la cena iniziava alle 19 e finiva alle 21. Appena mezz’ora dopo l’inizio dei pasti iniziavano a finire le portate e una volta che le cose finivano era difficile che venissero preparate di nuovo… Noi infatti ci trovavamo sempre a dover mangiare gli avanzi, perché non arrivavamo mai presto, per cui già il giorno dopo il nostro arrivo avevamo deciso che non avremmo mangiato spesso in hotel… E così è stato!

Ad ogni modo, la colazione ci toccava farla lì ed era composta sempre dalle stesse cose:

  • prugne e ananas (o pesche) sciroppate,
  • un dispenser con cereali,
  • yogurt bianco e ai frutti di bosco,
  • fettine di prosciutto cotto e formaggio,
  • pancarrè (con costante fila alla macchinetta per tostarli),
  • brioches vuote che venivano aperte e riempite di crema ma solo fino alle 8.30, (poi non le riempivano più e dovevi mangiarla vuota, sempre se ne era avanzata qualcuna…),
  • un dolce semplice che, almeno quello, cambiava ogni due o tre giorni.

E questa era la grande “colazione continentale”… In più veniva acceso anche un erogatore di bevande calde, ma erano così buone che tutti andavano a prendere il caffè al bar, a pagamento (sarà stata una tattica quella di metterti un distributore che fa caffè imbevibili?).

A pranzo e cena c’erano quasi sempre le solite cose: un tavolo centrale con gli antipasti a buffet che consistevano principalmente in piatti a base di verdure uguali per tutta la settimana (ad esempio broccoli e cavoletti di Bruxelles al vapore, cavolfiori gratinati, pisellini lessi, carciofi sott’olio, peperonata, verdure grigliate, ecc.) e qualche piatto che cambiava ogni giorno (tipo le seppie con piselli, il polpo con fagioli, prosciutto crudo, carpacci e insalate varie, ecc.). Tutti gli antipasti erano freddi, anche quelli che sarebbe stato meglio fossero serviti caldi. Oltre agli antipasti c’erano i primi e i secondi per i quali bisognava fare la fila ad un bancone stile mensa dei poveri, dove un cuoco ti chiedeva cosa volessi senza prima dirti cosa c’era (e si meravigliava anche se glielo chiedevi!!): in effetti ogni giorno c’erano solo 2 primi, oltre alle onnipresenti pasta all’olio e al pomodoro, e 2 secondi, questi ultimi generalmente erano tonno alla griglia e fettina ai ferri. Anche di frutta, c’erano sempre e solo mele, pesche e/o cocomero: le pesche e le mele probabilmente non erano lavate, perchè (vi giuro che è vero!!!) c’era una ciotola piena d’acqua dove potevi sciacquarle…  Dal momento che in molti mettevano proprio le mani dentro la ciotola, ho evitato di mangiare frutta per tutta la settimana, anche perché il cocomero, era quasi sempre finito quando arrivavamo noi. Di dolci ce n’era sempre un solo tipo a pasto, le porzioni non mancavano ed in genere era buono, ma era spesso un budino, ed a fare il creme caramel non ci vuole un corso di alta pasticceria…

Se volevi il packet lunch dovevi prenotarlo il giorno prima e te lo consegnavano a colazione: 2 panini con prosciutto cotto e formaggio (quelli della colazione), 2 mele, un pacchetto di biscotti secchi (anche questi della colazione) e una bottiglia d’acqua da mezzo litro. Per quanto mi riguarda vi dico che non erano per niente invitanti, ma il pane, le mele e i biscotti sono stati abbondantemente graditi da una famigliola di asini incrociati per caso in una strada di montagna, mentre stavamo cercando di raggiungere una spiaggia decente con la macchina…

L’animazione del villaggio era inesistente o quasi e quando era presente si vedeva che mancava voglia, entusiasmo, spirito di gruppo e idee. In totale saranno stati 7 o 8 ragazzi che organizzavano tornei di bocce sulla spiaggia, di briscola o di calcetto, oltre a fare spettacoli in stile oratorio la sera. In effetti molti degli ospiti erano anziani, ma c’erano anche coppie giovani con bambini e la prima sera che eravamo lì hanno proposto una rivisitazione del “Gioco delle coppie” con 3 coppie di cui 2 ultra settantenni… Una noia e uno squallore mai vista in un villaggio, ma non tanto per l’idea che di per sé poteva anche essere carina, piuttosto per come era gestita da un presunto “capo animatore” (che poi è scomparso per il resto della settimana) che pensava di essere molto simpatico e invece sembrava solo l’animatore (o ri-animatore) di una casa di riposo… Io capisco la presenza di molti anziani, ma mettere di continuo musica per ballare il liscio fa in modo che i pochi giovani che ci sono scappino fuori dal villaggio come abbiamo fatto noi… Infatti dopo aver buttato un’altra serata per vedere lo spettacolo di cabaret, (ovvero battute fritte e rifritte e capacità di coinvolgimento pari a zero ) e dare un’ultima chance a questo gruppo di animatori, abbiamo deciso di utilizzare il villaggio come un bed & breakfast: d’altronde la ristorazione era disorganizzata, l’animazione faceva piangere, cosa ci stavamo a fare noi là dentro se avevamo la nostra bella auto a noleggio per visitare i dintorni? E non lo avevamo capito solo noi…

La ciliegina sulla torta infatti è stata la fotografa: una figura che generalmente dovrebbe essere discreta e rubare gli scatti più spontanei e naturali delle persone in vacanza, o almeno così era al Club Med di Columbus Isle… Ma qui, invece, era l’incubo di tutti: invadente, arrogante, antipatica e fastidiosa  andava a disturbare tutti all’interno del villaggio facendoti perdere mezz’ora al giorno pretendendo le pose più assurde perchè lei doveva scattare un numero minimo di foto altrimenti rischiava di non essere pagata. Oltre ad essere odiata da tutti, non sapeva fare neanche bene il suo lavoro: aveva a malapena imparato qualche trucchetto per nascondere qualche difettuccio, ma di qualità e originalità delle foto neanche a parlarne. Inoltre non aveva capito che le foto migliori sono quelle più spontanee e che sta alla bravura del fotografo cogliere il momento migliore o ritoccare leggermente gli scatti in seguito… Noi l’abbiamo sopportata tre volte durante la nostra vacanza, la prima volta durante lo spettacolo di cabaret e le altre sulla spiaggia dell’hotel: l’ultima volta ha capito di aver toccato il fondo, saturando tutta la nostra pazienza e gentilezza (e ce ne vuole…) e ci ha messo meno tempo, appena un quarto d’ora di pose plastiche sotto l’ombrellone… In totale ci avrà fatto oltre un centinaio di scatti, di cui una ventina scarsi passabili… Ovviamente non le abbiamo prese, anche perchè ogni foto costava 14 euro per la stampa piccola e 19 per quella grande e se volevi anche la versione digitale erano 5 euro in più: con le centinaia di foto che ci siamo fatti da soli, venute molto meglio delle sue, avremmo solo buttato via soldi… Sfortunatamente l’abbiamo incrociata durante il suo giorno libero ed abbiamo avuto la malaugurata idea di dirle che noi partivamo per la spiaggia di Is Arutas: ha avuto il coraggio di chiederci se poteva venire con noi!! Mio marito, facendo finta di niente ha cambiato argomento e ce ne siamo andati dopo pochi minuti lasciandola chiacchierare, visibilmente annoiata, con il barista… Eh già, perchè per lei il villaggio era una specie di prigione, non aveva un mezzo di trasporto decente per uscire: le uniche volte che andava fuori lo faceva con una bicicletta a noleggio… E probabilmente sfogava la sua repressione con i poveri clienti del villaggio!

Coupon acquistato suPoinx

Prezzo: 493 Euro invece di 1050 Euro per un Soggiorno di 7 notti per 2 persone presso l’Hotel Club Ogliastra Beach **** in Camera Standard con Trattamento di Pensione Completa (Bevande incluse ai pasti) + 42 Euro a testa di tessera Club + 60 euro a testa di supplemento per 3 giorni di alta stagione (la bassa stagione iniziava il giovedì di quella settimana ed hanno preteso il pagamento di un supplemento)

Rapporto qualità/prezzo del coupon: insufficiente

Rapporto qualità/prezzo del soggiorno senza coupon: spero che nessuno si faccia fregare così…

Voto generale: 2 (tutto pessimo!!)

Ci tornerei con o senza il coupon: mai più in quel triste luogo sperduto!

Spiagge dell’Ogliastra

Purtroppo la zona dell’Ogliastra non ha spiagge bellissime, quelle da cartolina per intenderci, ma delle comunissime spiagge come ce ne sono tante in Toscana (nella mia zona, all’Argentario, ce ne sono anche di molto più belle…). Credo che tutte le foto delle spiagge di questa zona che si trovano su internet, se somigliano alle spiagge dei Caraibi, siano state abilmente photoshoppate… O almeno quelle delle spiagge che abbiamo visto noi…

Ogni giorno perdevamo diverso tempo per decidere in quale spiaggia andare e spesso raggiungerla era anche difficoltoso… Abbiamo notato che per accedere a qualsiasi spiaggia dovevi passare da una montagna: infatti con la macchina prima si saliva, saliva, saliva… poi, raggiunta un’altezza variabile dai 200 ai 900 metri, si iniziava a scendere e si raggiungeva la spiaggia! Inoltre, capitava sempre che quando eravamo quasi arrivati alla spiaggia, vedendola da lontano ci rendevamo conto che non era granchè, allora ricominciavamo a cercarne un’altra nei dintorni continuando a perdere tempo… A fine vacanza, facendo un paio di conti, fra le spiagge in cui abbiamo fatto il bagno e quelle che abbiamo solo visto dalla strada senza andarci, ci siamo fatti tutte le spiagge della provincia!! Ovviamente solo quelle accessibili con l’auto, perchè pare che le più belle spiagge dei dintorni non siano raggiungibili in macchina, ma solo attraverso impervi sentieri di montagna o con la barca (ma secondo me è solo una leggenda metropolitana per invogliare il turista a fare le minicrociere…): ad esempio una mattina siamo partiti per andare a Cala Goloritzè, ma dopo aver massacrato le fiancate e le sospensioni dell’auto su una strada in mezzo ad un bosco, abbiamo scoperto che, dopo diversi km di sterrato, la strada finisce in un grande parcheggio a pagamento con un bar/ristorante vicino. Il parcheggiatore ci ha informati che quello era il parcheggio della spiaggia, ma che questa è accessibile solo attraverso un sentiero di montagna in cui le ciabattine che avevo io erano totalmente inadatte in quanto la durata della “passeggiata” era di circa 90 minuti… Ovviamente siamo tornati indietro, ma la spiaggia alternativa raggiungibile in auto che ci ha consigliato il tizio del parcheggio non ci è piaciuta per niente: si tratta di Pedralonga, una spiaggia rocciosa con scogli lisci ma molto scomodi, con il fondale simile a quello che c’è dalle mie parti (a parte la presenza di uno strano granchio tropicale…) e piena di api… 

Una spiaggia vicino al villaggio che dalle foto su internet sembrava carina è Su Sirboni, ma per arrivarci bisogna camminare 20 minuti in mezzo agli scogli. In realtà, ci sarebbe un accesso più vicino dalla strada, ma bisogna attraversare un villaggio turistico in costruzione abbandonato, in cui il cane del custode sbrana gli incauti turisti che si avvicinano (pare che sia successo davvero qualche mese fa…). Abbiamo provato ad andarci, ma da lontano non sembrava granchè, per cui abbiamo rinunciato.

Gli scogli rossi ad Arbatax… semplicemente non sono una spiaggia!! Sono davanti ad un enorme parcheggio subito accanto al porto. Belli per fare un paio di foto al tramonto. Stop.

Un pò meglio, invece, le spiagge di Cea e di Torre di Bari, la prima circondata da scogli e fatta di sabbia bianca mentre la seconda formata da sassolini piccolissimi. Cea è stata la prima spiaggia che abbiamo visto fuori dal villaggio: ci siamo messi sugli scogli di granito che delimitano la baia ed abbiamo fatto il bagno in un fondale carino, ma abbastanza anonimo, unica eccezione per una piccola sogliolina notata per caso sul fondo sabbioso (avevo fatto anche il video con la mia nuova macchina fotografica subacquea, ma era la prima volta che la usavo e non è venuto benissimo…). Una nota particolarmente positiva, invece, della spiaggia di Torre di Bari è che, anche se c’è un vento spaventoso ed un mare agitatissimo, la zona sotto la Torre (a destra o a sinistra, dipende da dove tira il vento!) è calma e si può tranquillamente fare il bagno. Dalle foto potete valutare da soli, ma per me non sono niente di eccezionale.

Ci siamo spostati anche in zona Cala Gonone, in particolare nella spiaggia di Osalla che non era male: qui abbiamo fatto un bel bagno mentre dei pesciolini ogni tanto assaggiavano le nostre caviglie… Mai successo prima d’ora di essere presa a morsi dai pesci: sarà una vendetta per tutte le volte che li mangio io???

Alla fine però nessuna spiaggia si avvicinava neanche lontanamente a quello che ci avevano detto alcuni conoscenti appena tornati dal viaggio alle Bahamas: “Avete visto delle belle spiagge? Niente in confronto a quelle della Sardegna!” Beh, voi continuate ad andare in Sardegna, che noi continuiamo ad andare ai tropici!!

Voto: 5

Spiaggia Is Arutas (OR)

La spiaggia di Is Arutas merita un capitolo a parte. Innanzitutto perchè non fa parte delle spiagge dell’Ogliastra, ma per arrivarci abbiamo dovuto attraversare tutta la Sardegna ed arrivare nella costa ovest ad Oristano. Poi perchè è stata forse la più grande delusione di questo viaggio!! In effetti avevamo deciso di fare circa 300 km per arrivare dall’altra parte dell’isola perchè non riuscivamo a trovare spiagge decenti nell’Ogliastra e questa famosa “spiaggia dei chicchi di riso” ci sembrava un’ottima prospettiva. Ma…

Siamo partiti dal villaggio e c’era il sole, il pomeriggio siamo ritornati e c’era di nuovo il sole, mentre sulla spiaggia di Is Arutas faceva fresco, era nuvoloso e c’era un vento ed un mare mosso da giornata autunnale… E pare che il tempo è spesso così da quelle parti, per cui niente bagno, anzi, io non mi sono neanche tolta il copricostume! E dopo una mezz’oretta di foto abbiamo ripreso la macchina e siamo andati via!

Notare la mia pedicure con smalto cracklé fucsia... 🙂

Inoltre, appena siamo arrivati non avendo ancora visto il mare mosso, abbiamo fatto il biglietto giornaliero per il parcheggio. Avevamo anche chiesto ai due parcheggiatori se, prima di comprare il biglietto, potevamo avvicinarci alla spiaggia per dare un occhiata e valutare se era il caso di restare o no, ma loro ci hanno detto che se in quel momento fosse passato quello che controllava i biglietti, avremmo preso la multa, per cui non abbiamo rischiato: solo dopo abbiamo capito che questi due furbacchioni maleducati ci avevano detto così solo per farci spendere i soldi del giornaliero omettendo il piccolo dettaglio che il mare era inavvicinabile quel giorno . Quando dopo appena mezz’ora siamo tornati indietro a chiedere se ci fosse una spiaggia nei dintorni più riparata, ci hanno consigliato con aria di sufficienza una spiaggia a qualche km da lì, più squallida e per niente riparata. 

Visibilmente innervositi, ci restavano 2 alternative: o tornavamo dai due biiiiip e scaricavamo la nostra tensione sulle loro schiene prendendoli a bastonate, oppure tornavamo verso l’Ogliastra cercando in zona delle spiagge decenti. Abbiamo scelto la seconda ipotesi, incrociando sulla strada del ritorno una sagra in cui abbiamo mangiato maiale alla brace e anguille… Almeno ci siamo ripresi dalla delusione!! 

Ah dimenticavo!! Avevo letto che Is Arutas è stata anche definita “spiaggia dei chicchi di riso” perchè la sua sabbia è composta da granelli di quarzo levigato più grandi della sabbia normale, ma alla fine non è niente di speciale, è simile alla sabbia grossolana che c’è a Torre di Bari. Pensate che ci si può accorgere che sono granelli di quarzo solo da molto vicino e sotto il sole (vedi foto), mentre se si osserva la spiaggia in una giornata nuvolosa ci si accorge che il posto non è per niente “meraviglioso” come invece viene pubblicizzato…

Voto: 4

Strade

Partiamo dal presupposto che in Sardegna ci sono poche auto: nei 190 km del viaggio con l’auto a noleggio dall’aeroporto di Olbia a Cardedu, avremo incontrato sì e no una trentina di altre auto. Probabilmente una delle cause è lo scarso sfruttamento turistico della zona dell’Ogliastra, ma questo non giustifica la qualità scadente dei collegamenti con Olbia: il tratto Olbia – Nuoro è costituito da una superstrada, molto comoda e piuttosto dritta, ma gli ultimi 80 km, quelli che da Nuoro portano a Cardedu, sono incredibili: asfalto perfetto (ti credo, ci passano pochissime auto al giorno!!), ma una serie infinita di curve e tornanti, e strade strette che percorrono montagne così impervie che non sembra neanche di essere a pochi km dal mare!

Voto: 5

Grotta di Ispinigoli

Il giorno del nostro anniversario volevamo vedere qualcosa di speciale, per cui abbiamo deciso di andare a visitare la grotta di Ispinigoli, dove è presente la stalagmite più alta d’Europa.

Purtroppo ci abbiamo messo più tempo del previsto per arrivarci a causa della strada (una strada di montagna piena di curve e di capre, mucche, maiali…) e del fatto che non ci siano molte indicazioni per la grotta (al GPS mancavano alcune strade!). Per questo motivo quando siamo arrivati erano da poco passate le 18 e un cartello ci avvisava che l’ultima visita guidata era iniziata proprio alle 18!!

Ci avviamo lo stesso verso l’ingresso della grotta per vedere se possiamo comunque entrare senza visita guidata. Dopo una serie di interminabili scalini dissestati, mi fermo a fare qualche ripresa con la telecamera e intanto prendo un attimo fiato (pensate alla fatica che stavo facendo grazie al mio tacco 12, messo in previsione della serata romantica al ristorante…), mentre mio marito sale fino all’ingresso della grotta. Qui trova una ragazza, che definirla maleducata sarebbe farle un complimento, che gli spiega sbrigativamente che saremmo dovuti tornare un’altra volta perchè la visita guidata era quasi finita (20 minuti scarsi di visita guidata??) e non potevamo entrare da soli, al massimo quella sera ci concedeva qualche minuto per vedere la grotta dall’ingresso. Nel frattempo vedendomi sulle scale mi urla a squarciagola: “Signora si vuole sbrigare a salire che sto spegnendo le luci!?”. Ho iniziato a salire di corsa, con la ferma intenzione di buttare giù dalle scale questa ragazzetta odiosa e saccente che stava tentando di rovinarmi l’anniversario. Mio marito mi ferma facendomi notare che in quel modo almeno avremmo risparmiato il costo del biglietto (7 euro a testa) ma avremmo comunque potuto vedere e fotografare la grotta dall’alto: qui si intromette la fastidiosa signorina che, con fare da maestrina, ci fa notare un cartello dove è scritto che è vietato sia fare foto che filmati. A questo punto ho dovuto fermare io mio marito…

Mentre stavano uscendo i due turisti che avevano fatto l’ultima visita guidata (durata meno di mezz’ora!!), abbiamo quindi visto dall’alto la grotta. Appena la visita è terminata, la nostra “simpaticissima” amica ha spento tutte le luci, ci ha “amichevolmente” sbattuti fuori ed ha chiuso il cancello. Mio marito aveva comunque portato la macchina fotografica e qualche foto dalle sbarre del cancello è riuscito a farla. 

Sulla base di quello che abbiamo visto comunque, secondo noi non vale la pena buttare via 7 euro per una visitina di 25 minuti in una grotta per vedere solo una stalagmite, in cui non si può fare neanche una foto. Senza considerare come si viene accolti dalle persone che lavorano lì…   

Voto: 3

Bene, dopo aver smentito alcune leggende metropolitane ed aver massacrato alcuni luoghi comuni sulla Sardegna, vi posso dire che, come avrete capito, per me è impossibile dare un voto univoco al viaggio. L’unica cosa certa è che vogliamo tornarci perchè sicuramente la Sardegna è molto più di quello che abbiamo visto noi…

2 Responses to “Sardegna 2, la vendetta!”

  1. Matteo ha detto:

    Se volevi andare alle spiagge dei caraibi potevi andare ai caraibi. Sono stato anche io in.Ogliastra e di spiagge e mare bello ne ho trovato parecchio . Come tutte le cose belle devi saperle raggiungere. Informati un po meglio prima.di andare nelle.spiagge che trovi le indicazioni giuste !!!

    • Pamela ha detto:

      Caro Matteo,
      non capisco perchè te la prendi tanto, forse non hai mai viaggiato e non puoi fare un confronto, ma ti assicuro che avendo visto le Bahamas, il Mar Rosso, le Hawaii, ma anche Rodi, purtroppo la Sardegna che abbiamo visto noi (non mi riferisco alla zona di Olbia, che penso sia decisamente migliore dell’Ogliastra!) non regge minimamente il confronto.
      Se leggi per intero l’articolo, capirai che ci sono rimasta male perchè nonostante su internet le spiagge dell’Ogliastra vengano pubblicizzate come migliori di alcune spiagge tropicali (con foto evidentemente photoshoppate), in realtà quello che ho trovato io sono state spiagge normali, che niente hanno da invidiare a quelle di casa mia (Argentario), tanto che ho pensato che mi sarei potuta benissimo risparmiare i soldi di viaggio e soggiorno…
      E se permetti, farmi due ore di camminata nel bosco per raggiungere una spiaggia (forse decente) più altre tre ore al ritorno di scalata sulla scogliera per tornare alla macchina, non è il mio ideale di vacanza. Se è il tuo, buon per te.
      Io preferisco il mare tropicale, dove non hai bisogno di usare Photoshop per alterare i colori.
      Rifatti gli occhi, va! https://www.fpx.it/pam/2013/06/di-ritorno-a-casa-con-un-po-di-nostalgia-ma-con-le-valigie-piene/

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