qualche giorno fa sono andata al cinema a vedere Oblivion, il film di fantascienza con Tom Cruise e Morgan Freeman ambientato in un futuro apocalittico in cui la Terra verrà distrutta da una guerra nucleare contro gli alieni.
Credetemi se vi dico che non avrei mai immaginato di vedere un film di fantascienza così ben fatto e dalla trama impeccabile che ti fa restare attaccato allo schermo per più di due ore e alla fine ne vorresti ancora… Come dicevo qualche giorno fa in un commento, per me questo è un film-calamita™: attrae la tua attenzione fino all’ultimo secondo nonostante non si possa considerare un film d’azione. Ci sono colpi di scena durante tutto il film e stravolgimenti di prospettive… ma non voglio andare oltre perchè il bello di questo film è proprio l’effetto sorpresa.
Prende spunto da molti film passati, grandi classici come Matrix, Atto di forza, Terminator e Star Wars, ma soprattutto Wall-E, il commovente film di animazione che ha fatto piangere mezzo mondo (anche me, ma non dovrei dirlo…). E questa mia opinione è stata confermata anche da quello che dicevano i nostri “vicini di poltrona”.
Lo considero uno dei migliori film visti quest’anno, a pari merito con la trilogia di Iron Man (Tony è sempre Tony!!) e consiglio a tutti di andare a vederlo!! Magari lasciate a casa i bambini perchè non è un film semplice da capire, infatti sul finale ha lasciato anche a me qualche dubbio su chi sia il “lui” dell’ultima scena (dubbio fugato leggendo la trama su Wikipedia in cui però secondo me non è stato interpretato correttamente il fattore “congelamento”…).
Vogliamo trovargli un difetto?? Vogliamo?? Allora se si può considerare tale, il difetto è che tutte le vicende si concludono con il primo film e non c’è spazio per un ipotetico sequel. Anzi, se qualche Regista di Hollywood è in ascolto, lo imploro di non fare come per Matrix dove, con lo scopo di replicare il successo del primo film innovativo e pieno di colpi di scena, è stata “forzata” una trilogia nella quale gli altri due capitoli hanno secondo me eclissato anche il primo, cambiando pure totalmente genere. Quindi, Signor Regista di Hollywood non rovinarmi anche Oblivion!!
Voto: 10
Un ultimo pensiero: da piccola ero una mangiatrice di libri di fantascienza, ora per l’ovvia mancanza di tempo che contraddistingue la mia recente vita non riesco neanche a leggere Topolino (ma va bene così!). Adoravo soprattutto le raccolte di racconti e in particolare uno di questi all’epoca mi colpì perchè da lì imparai a vedere le cose non solo con i miei occhi, ma immedesimandomi anche negli altri (anche se a volte per quanto mi sforzi, non riesco proprio a interpretare significati e scopi dei gesti di qualcuno, anche guardando le cose dal suo punto di vista…). Questo racconto breve ve lo riporto qui sotto. Non so perchè (o meglio lo so ma non ve lo dico) mi ha ricordato Oblivion, se avete già visto il film leggetelo e ditemi che ne pensate, se ancora non siete andati al cinema… che aspettate? Siete ancora qui a leggere questo articolo??
Sentinella (Sentry) di Fredric Brown
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d’ogni movimento un’agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d’anni, quest’angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell’aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c’era arrivato anche il nemico. Il nemico, l’unica altra razza intelligente della galassia… crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all’erta, il fucile pronto.
Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l’avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s’erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante e senza squame…
Mi ricordo quel brano, era nella mia antologia delle medie, e mi colpì moltissimo!
Anche io l’ho letto quando ero alle medie, ma non a scuola. Secondo me è proprio educativo come racconto!