Ecco la seconda puntata del racconto del mio viaggio in America. Se vi siete persi la prima potete leggerla qui. A breve conto di pubblicare la terza e ultima parte. So che non ne potete più di foto e racconti, ma ci vuole un po’ di suspance per il giveaway… ma non sarà invece che (caso strano eh) non ho tempo??? Naaaa!!!
Washington
La prima cosa che abbiamo notato di Washington appena all’aeroporto è stato il caldo. In effetti di giorno siamo passati dai piacevoli 23°/24° del Canada ai 30°/32° (anche 34° un giorno).
Washington è carina ma non è una città in cui trascorrere più di 2 o 3 giorni. Ci sono molti monumenti, addirittura qualcuno si può riconoscere sulle banconote (il Lincoln Memorial sui 5 dollari, la Casa Bianca e il Campidoglio sui 20 e 50 dollari), ed è una città estremamente elegante e “formale”. Per un americano è molto emozionante vedere luoghi che hanno fatto la storia del suo Paese, ma per uno straniero dopo 4 o 5 foto per ogni memorial, dopo aver sbirciato tra le finestre della Casa Bianca sperando di vedere Obama in persona (e vedendo solo un cecchino sul tetto…), dopo aver fatto infuriare lo scoiattolo di turno per avergli sfiorato la coda (questo, come avrete immaginato, non è opera mia…) alla fine non resta molto da fare se non girare per musei (interessanti sono lo US Capitol e la Library of Congress) e visitare il Botanic Garden.
Molto caratteristico è il Flea Market, un mercato che è un incrocio tra quelli rionali e quelli di antiquariato dove gli abitanti del posto fanno la loro spesa quotidiana…
Un’esperienza particolare che vale i soldi del biglietto è lo Spy Museum, vicino alla sede dell’FBI. Pensavo fosse noioso, invece è davvero carino: ci sono oggetti usati realmente in passato dalle spie, modellini dei rifugi, test per mettere alla prova la tua bravura nel controspionaggio, un’intero piano sui film a tema. Se vi piace il genere, è una tappa obbligata. L’unico neo del museo è stata la Operation Spy, una specie di “prova sul campo” nella quale ti fanno immedesimare in un gruppo di spie per ricreare un caso concreto, ma vuoi per la parziale comprensione della lingua, vuoi per la scarsa capacità di coinvolgimento della guida, non ci siamo divertiti molto. Ci è sembrata più un’attività da bambini che non un gioco di ruolo adatto a tutti…
Poi è proprio qui a Washington che ho ricevuto una brutta notizia, una di quelle inevitabili che anche se sai che prima o poi doveva succedere, non vorresti mai sentire, soprattutto quando sei a 10.000 km da casa, con un oceano in mezzo e una giornata di volo davanti. Ormai non c’era più nulla da fare, e tornare indietro non avrebbe risolto niente, quindi abbiamo deciso di continuare il viaggio, anche se sapevamo che non sarebbe stato più lo stesso. E’ una cosa triste e non voglio parlarvene perchè questo blog deve essere uno svago per me e per voi e voglio che resti un luogo allegro e piacevole dove scambiarci due chiacchiere inutili. Ve l’ho accennato solo per farvi capire che forse Washington non mi ha colpito anche perchè avevo la testa e il cuore altrove.
Outlet Rehoboth Beach (Delaware)
Il giorno dell’anniversario abbiamo voluto fare una cosa un po’ alternativa, anche perchè non c’era molto altro da vedere a Washington… Quindi siamo partiti alla volta del Delaware, uno dei pochi Stati degli USA in cui non è presente la sales tax, ovvero una tassa che in genere varia dal 5 al 10% (in base allo Stato) aggiunta ai prezzi di vendita di prodotti e servizi. Non è come la nostra IVA che è inclusa nel prezzo, lì te la trovi dopo sullo scontrino come voce a parte.
Siamo arrivati in un outlet meraviglioso (l’avevo già individuato a casa per la presenza di un Cosmetic Company Store e di altri outlet interessanti tra cui Michael Kors, Yankee Candles, Bare Minerals) dove abbiamo speso l’impossibile, sapendo che con quella cifra in Italia avrei comprato un terzo di quello che ho preso lì.
Insomma ho passato una bella giornata, riuscendo un po’ a distrarmi e festeggiando l’anniversario con meno tristezza: è proprio vero che lo shopping è terapeutico!
Philadelphia
La sera del nostro anniversario siamo arrivati a Philadelphia. Abbiamo cenato al Devon Seafood Grill pensando che fosse un ristorantino romantico, invece era più un bistrot: alla fine ci è piaciuto lo stesso se non di più rispetto all’idea iniziale che ci eravamo fatti. Gli astici del Maine erano ottimi e il conto, non economicissimo, era proporzionato alla qualità degli ingredienti.
Abbiamo dedicato un paio di giorni alla visita di Philadelphia, una città particolare. E’ graziosa, storica e, come hanno ripetuto le guide degli autobus a turistici 2 piani che abbiamo preso per visitare la città, non vanta record di grandezza, ma è il luogo dove sono nate la prima banca degli States, il primo ufficio postale, la prima zecca, la strada più vecchia d’America con le case ancora in piedi dopo quasi 300 anni (mi viene da sorridere a pensare che a Siena le case più giovani hanno proprio quell’età… Ma si sa, quella è l’America!!) e dove sono state firmate la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti.
Nei 2 giorni passati qui oltre a vedere diversi edifici storici, il Reading Terminal Market (altro mercato più che altro di generi alimentari, dove cucinavano i famosi cheesesteak, panini con formaggio e carne saltati alla griglia), abbiamo passato un pomeriggio all’Eastern State Penitentiary: sì avete letto bene. Si tratta di una prigione che è stata chiusa e abbandonata per molti decenni per essere poi aperta al pubblico da pochi anni e adibita a museo. Purtroppo essendo stata chiusa per molto tempo c’è ancora parecchio da sistemare, ma il percorso consigliato dall’audioguida inclusa nel biglietto è stato completo e davvero interessante, tanto che ci siamo soffermati qui più del previsto. C’è pure la cella dove per un breve periodo ha “alloggiato” (se vedete le foto capirete che è proprio il termine giusto) Al Capone.
Per questo motivo abbiamo fatto tardi e siamo riusciti per un soffio a vedere la Independence Hall il posto dove sono state firmate la Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. Non ce l’abbiamo fatta invece a vedere bene la Liberty Bell, la famosa campana con la crepa, simbolo della Rivoluzione Americana, se non dall’esterno attraverso una vetrata opaca (con conseguenti foto orribili).
Fra le altre cose da vedere, per gli appassionati della saga di Rocky ci sarebbe la sua statua, mentre una tappa obbligata per tutti gli innamorati è il Love Park con la scultura “Love” sotto cui farsi fare una bella foto con il proprio amore.
Il nostro hotel qui era il Penn’s View, un 3 stelle molto romantico ma un po’ rumoroso (vicino ad un ponte piuttosto trafficato) e nonostante questo siamo riusciti a dormire lo stesso perchè la sera eravamo distrutti, considerate che ogni giorno camminavamo per chilometri…
Eccoci alla fine della seconda parte della storia. Spero non vi siate addormentati troppo, anche perchè vi anticipo che la prossima tappa sarà New York e ci sarà da ridere!!
non vedo l’ora di leggere il post su new york!!! *.*
mi dispiace per la notizia che avete ricevuto a washington… non so di cosa si tratti, ma da come l’hai scritto sembra davvero una brutta e triste notizia, quindi mi dispiace… 🙁
A breve arriva anche quello!!
Eh sì, la notizia è una di quelle che non vorresti mai sentire, ma sai, la vita è così e certe cose prima o poi devono anche succedere… Non si può fermare il tempo… 🙁
sai che io a Philadelphia ci sono stata una mezza giornata di passaggio verso NY? mi sa che mi sono persa un sacco di cose…di Washington invece ho apprezzato moltissimo il quartiere di Georgetown dove c’è la famosa università dove c’erano tantissimi localini dove bere e mangiare
Philly (come chiamano Philadelphia gli americani) in effetti merita una visita di qualche giorno, a noi è piaciuta più di Washington. E’ una città molto “patriottica” e ho avuto come l’impressione che agli abitanti non vada molto a genio il fatto che Washington le abbia soffiato il ruolo di capitale!! 😀
C’è anche da dire che noi la sera non uscivamo molto e mangiavamo in genere vicino l’hotel (che a Washington non era proprio in centro). Nella zona di Georgetown non siamo andati, abbiamo preferito visitare i monumenti, tanto in questo viaggio abbiamo comunque visto un’altra università (di cui parlerò nella prossima puntata 😛 ).
ciao cara Pam!! mi sono persa la prima parte che vado a leggere subito, comunque bellissimi questi collage con tutte le fotine!
mi spiace molto per la brutta notizia, qualunque essa sia dev’essere proprio brutto riceverne una mentre sei lontano e non puoi far nulla, ma sono contenta che tu sia riuscita a distrarti almeno un pochino..
ti mando un bacione a stelle e strisce! XD
Grazie Eli!! E sapessi quanto ci vuole a farli i collage… Purtroppo sono una perfezionista e finchè non vengono come dico io ci divento matta, ma alla fine ne vale la pena!! 😉
Grazie per il supporto e un bacione anche a te!!
Sai che quella zona mi manca e conto di visitarla, prima o poi!
Com’è che tutti quelli che visitano Washington la trovano calda? sarà una caratteristica sua?
Che bella Philadelphia, ha davvero un sacco di cose carine da vedere…non dico nulla sullo shopping, visto che in parte c’è pure il mio zampino ;))))
per la brutta notizia, sapendo di cosa si tratta, ti rinnovo un forte abbraccio.♥
Infatti è strano che Washington sia caldissima e basta salire di poco per trovare l’autunno!!
Philadelphia è carina, è bello passarci qualche giorno.
Per quanto riguarda lo shopping, non sentirti in colpa: nel prossimo articolo pubblicherò quello che ho comprato per me (solo lato makeup) e scoprirai che in confronto i tuoi acquisti non sono niente 😀
Grazie per essermi stata vicina riguardo alla notizia!! Un abbraccio!
Io dell’America ho visitato solo New York ed Orlando e me ne sono innamorata. Viverla attraverso questo tuo post è favoloso. Spero un giorno di poter vedere anch’io Washington e Philadelphia, prima di tutte le altre milioni di tappe che vorrei fare.
Ti ringrazio per essere passata nel mio blog e per aver lasciato il commento che mi ha permesso di poter spiegare meglio il mio pensiero nella risposta che ti ho dato. Riassumendola qui, il blog non diventerà un contenitore di miei sfoghi personali, solo mi rappresenterà un po’ in più. Essendo io una persona positiva, spero che sia questo che trasmetta, indipendentemente dagli argomenti trattati.
Bacio
Ciao Sara,
l’America è il mio sogno, ogni anno metto da parte i risparmi solo per visitare questo meraviglioso paese!!
Prima di Washington e Philadelphia ci sono altri bellissimi posti da vedere a cominciare dalla California, le Hawaii, la Florida, ecc… I nostri prossimi viaggi penso che saranno negli Stati centrali, quelli dove si vive l’America vera!!
Riguardo al tuo post, sono contenta di aver letto quelle parole e spero che il mio commento non sia stato frainteso da nessuno. Hai fatto bene a chiarire (sai sono al lavoro e sto scrivendo nelle pause quindi scrivo di corsa). Quello che volevo dirti era che anche se cambierai argomenti e ogni tanto parlerai un po’ meno di beauty & co. secondo me il tuo blog non cambierà molto perchè comunque rispecchia sempre te stessa.
Alla fine anche questo blog non parla sempre di beauty, ma sempre più spesso di vita reale, la mia, cercando di tralasciare gli aspetti troppo tristi o noiosi. E piace, a me e agli altri.
Purtroppo aspettati anche qualche brutta persona che ti giudicherà, ti criticherà, cercherà di mortificarti, ma tu lasciala perdere. Da noi si dice che il polpo si cuoce nel suo brodo!! 😉
Un abbraccio!!
Che spettacolo!!!
😀
Io soffro tantissimo a leggere i tuoi racconti…pura invidia 😀
Bellissima la storia del pero, non la conoscevo e mi ha colpita molto.
Last but not least, io dico Tarte 😉
Ma che dici Hermy, non ci credo!!! 😀 Io scrivo questi resoconti infiniti per essere di aiuto a chi vuole fare lo stesso viaggio, per dare qualche consiglio e per mettere in guardia dalle trappolone per turisti!! E poi se non sbaglio anche tu sei di ritorno da un viaggetto all’estero: come è andata? Hai festeggiato a dovere l’ingresso (trionfale direi 🙂 ) negli ‘anta?? Come ben sai non sei la sola ad aver spento le 40 candeline in questi giorni, ma noi ce la siamo passata con una cena… 😉
La storia del pero l’abbiamo scoperta per caso l’anno scorso e ti dirò, quest’anno l’abbiamo trovato pure cresciuto!!
Per il brand… pensavo di non essere stata così cattiva, comunque la fascia di prezzo è quella! 😀
Al prossimo tentativo se non indovinate do un altro aiutino (che vi farà capire sicuramente!!)