13 Reasons Why… ma sono proprio 13 i motivi? – prima parte

lunedì 31 Luglio 2017

Ciao a tutti

il post di oggi stranamente tratterà un argomento serio. Volevo parlarvi di un telefilm molto dibattuto che ho visto recentemente e che spopola fra i giovani: il famoso 13 Reasons Why, una serie che affronta temi molto cruenti e purtroppo attuali, quali il bullismo, la violenza, il suicidio.

Vi dico già da ora che il post sarà parecchio lungo quindi verrà diviso in due parti e ci saranno spoiler, quindi se non lo avete ancora visto e non volete rovinarvi la sorpresa, vi consiglio di non leggere oltre la locandina del film. Ci vediamo al prossimo post, sicuramente più leggero e spiritoso di questo.

 

A tutti gli altri che sono rimasti, dedico un altro disclaimer: affronterò nel testo dei fatti miei personali di quando anche io ero adolescente e avevo problemi con il mondo intero (come tutti del resto!), per cui se anche non ve ne importasse niente, sappiate che faccio un enorme sforzo, essendo anche timida, a scrivere certe cose.

Partiamo dall’inizio: volevo abbandonare il telefilm dopo la prima mezz’ora.

Eh sì, perchè già dall’inizio si sa dove si andrà a parare: Hannah, la protagonista adolescente, si suicida e prima di farlo registra 13 audiocassette (anzi 13 lati, quindi 7 cassette) in cui spiega i motivi del suo gesto. Ogni cassetta è dedicata ad una persona in particolare e attraverso dei flashback vediamo cosa è successo.

Sapendo che erano comunque solo 13 puntate (ogni lato delle cassette è una puntata), ho deciso di sforzarmi ed arrivare alla fine per capire quali fossero i 13 gravissimi motivi (perchè tali devono essere per supporre che non ci sia più altra scelta che non togliersi la vita) che possono portare una ragazza che ha una vita normale, genitori che l’adorano e un bravo ragazzo come spasimante, ad un gesto estremo.

Quello che ho concluso dopo l’intera stagione è che la protagonista avesse seri problemi a livello psicologico, che fosse profondamente depressa e che il suo gesto fosse dettato più da quei problemi che non dai fatti che le sono successi negli anni della sua adolescenza (eh sì, perchè tutti i fatti si svolgono durante alcuni anni, non in un mese!!). A parte la dodicesima puntata, in cui succede l’unico vero fatto grave che può farmi capire il suo gesto, ma non giustificarlo.

Quindi se 13 Reasons Why voleva essere una serie sul suicidio, secondo me poteva iniziare e finire con la dodicesima puntata. Il resto è fuffa. Ma fuffa pericolosa, perchè stiamo parlando di una serie televisiva vista da milioni di adolescenti in tutto il mondo che possono sentirsi giustificati a buttarsi giù da un ponte se un compagno di classe gli fa un complimento troppo pesante.

Fino all’undicesima puntata infatti, neanche sommati fra loro gli undici motivi ne creavano uno valido a quantomeno giustificare o comprendere il suo gesto. Ve lo dimostro analizzando alcune tra le prime 11 puntate. Mi rivolgo direttamente alla protagonista, Hannah, paragonando anche le store delle singole puntate a fatti della mia adolescenza realmente accaduti. Considerate che sono sopravvissuta a tutto e sono qui a raccontarvelo.

Puntata 1

La trama: il “bello e dannato” della scuola che ti invita ad uscire (sbaglio o eri stata avvisata di lasciarlo perdere?) e oltre al primo bacio ti scatta anche una foto su uno scivolo (ovviamente da lui distribuita a tutti gli amici e non solo) in cui si intravedono le tue mutandine.

Non volevi che venisse sparsa in giro? Bene, diglielo subito, prendigli il telefono e cancellagliela. Ma no, invece ti rendi conto solo il giorno dopo che non volevi che la mandasse in giro quando ormai il danno era fatto… E comunque non mi sembra un gesto che possa “rovinare la reputazione di una ragazza”. E’ palese che sei vestita e non stai facendo niente di male. E se lui ci ha ricamato una bella storia sopra? Lui può dire quello che vuole, solo gli idioti come lui gli crederebbero. E se ancora ti dà fastidio, basta che vai a parlare con i tuoi genitori (con cui hai un rapporto idilliaco per essere una quindicenne, fattelo dire!) o un professore e lo denunci per lesione della privacy. Vedrai che non lo fa più.

Mia esperienza: quando avevo 20 anni mi sono lasciata con il mio primo ragazzo importante dopo una storia di diversi anni. Lui ha sparso voci su di me, raccontando alcuni fatti intimi e altri non veri, minando la mia reputazione in tutto (e non solo) il mio piccolo e chiacchierone paese. Quelle voci sono ovviamente arrivate anche ai miei genitori, che a volte le sapevano prima di me. Voi neanche immaginate la vergogna. Ma io sono sopravvissuta, e vi assicuro che almeno all’epoca non ero forte come adesso, anzi, ma non mi è mai e poi mai passato per la mente il suicidio. Semplicemente è bastato ignorare le risatine ed aspettare con pazienza… Poi è arrivato il grande amore e le voci sono diventate brusio fino a scomparire nella mia mente. A distanza di 20 anni ci sono ancora persone che credono a quelle voci, ma mi fanno pena perchè sono coloro che conoscono (o pensano di conoscere) solo un lato della medaglia.

Puntata 2

La trama: conosci una ragazza e un ragazzo che diventano i tuoi migliori (e forse unici) amici. Cominciate ad uscire sempre insieme, voi tre. Ad un certo punto loro si innamorano e provano a staccarsi dal gruppo per uscire da soli e vivere la loro storia. Ti offendi a morte perchè non te l’hanno detto prima (non sono affari loro???). La tua amica capisce che ce l’hai con lei e quando lui la lascia pensa che ci sia il tuo zampino per cui le scappa uno schiaffo mentre state litigando ferocemente.

Ti dispiace per l’amicizia tradita o perchè eri gelosa della loro storia? Perchè da come eri arrabbiata sembrava più la seconda… E comunque, come puoi colpevolizzare una ragazza che cercava di difendere la sua relazione, addirittura accusandola di essere uno dei motivi del tuo suicidio?

Mia esperienza: cara Hannah, vuoi sapere cosa significa un’amicizia tradita a 14 anni? Te lo spiego subito: ti fai delle amiche alle scuole elementari, ci continui ad uscire anche alle medie, poi arrivi alle superiori e le stesse ti girano le spalle per una sciacquetta che fa vedere loro il “mondo dei grandi e del divertimento” mentre tua mamma non ti manda neanche al cinema con loro in un paese vicino perchè faresti troppo tardi la sera e non potresti studiare. Tu non ti vuoi ribellare e così passi un anno chiusa in casa con tutta la classe che ti dà della secchiona. Non contente, quando ti vedono uscire un paio di volte con una nuova amica, ti fermano nella piazza del paese e ti accerchiano in 6 o 7 (la nuova amica intanto si è giustamente dileguata!) sputandoti addosso tutto il veleno che avevano dentro. Sputtanamento garantito. E sono ancora viva, pensa che alcune in seguito si sono pentite e le ho anche perdonate. Perdono, parola misteriosa per te, eh?

Puntata 3

La trama: viene fatta girare una lista di nomi di ragazze della scuola e ti ritrovi a vincere nella categoria “miglior sedere”.

E se ti uccidi perchè i ragazzi dicono che hai un bel sedere, cosa avresti fatto se fossi stata definita “peggior sedere”? Una strage? Certo, non è simpatico, ma invece di prendertela a male, visto che si trattava di uno scherzo, magari stupido, ma sempre uno scherzo, perchè non organizzavi insieme alle altre nominate (non eri sola!) una bella controlista? Oppure, ti ricordo che hai sempre i tuoi genitori amorevoli (averceli genitori come i tuoi!!!) da coinvolgere per farti difendere nelle sedi opportune!!

Mia esperienza: torniamo a quando avevo 12 anni. Alle medie, i ragazzi della mia classe erano molto ma molto fastidiosi, ma non per questo noi ragazze siamo tutte morte. Hai presente di che parlo? Tipo che ogni mese si mettevano d’accordo e ci provavano tutti insieme con una ragazza della classe. Arrivò anche il mio turno e mi scrissero una lettera che io, timida com’ero, non volevo neanche leggere. C’era scritto che mi avevano vista giocare a pallavolo e si erano tutti innamorati di me. Seguiva l’elenco dei loro nomi e io avrei dovuto sceglierne uno. Inutile dire che, anche se la tentazione era forte perchè fra loro c’era quello di cui ero cotta da anni, rimandai al mittente la lettera strappata perchè ero convinta (e lo sono tuttora) che fosse uno scherzo per prendermi in giro. Io ho reagito così allo scherzo. Un’altra mia compagna invece è stata meno fortunata: lei non era fisicamente bellissima (c’era di peggio, molto di peggio!!), ma il problema era che non si teneva per niente ed era trasandata. Non ha mai ricevuto la proposta di nessuno dei miei compagni che invece la prendevano in giro chiamandola con soprannomi che definire offensivi è dire poco. Lei era buonissima e non rispondeva quasi mai. All’epoca non si parlava di bullismo, ma c’era, eccome, e lei è stata una di quelle vittime silenziose. Cambiò classe, o forse si ritirò proprio da scuola, frequentò uno sbandato per anni che poteva essere quasi suo nonno dall’età e dopo qualche anno si fece suora. Di clausura. Magari era quello il suo destino, avrà sentito la vocazione, chissà. Io però continuo a pensare che tutto quell’accanimento l’ha portata su quella strada. Comunque, è ancora viva anche lei. E penso (spero) che sia felice.

Puntata 4

La trama: ti scattano una foto di nascosto mentre sei a casa e una tua amica ti sta baciando. Te ne accorgi e il giorno dopo vai dal fotografo e gli chiedi in malo modo di cancellare tutte le foto prendendolo anche in giro quando lui ti chiede di uscire. Per vendicarsi di come lo hai trattato, invia la foto a tutta la scuola, anche se non si capisce chi sono le due ragazze.

Ma che hai nella testa, le pigne?? Ma se lui ti scatta le foto, poi da gran timido trova il coraggio di chiederti di uscire, secondo te perchè lo fa? Perchè ti odia o perchè gli piaci??? E tu lo deridi?? Non lo ascolti?? Mettiamo il caso che fosse ossessionato da te, così facendo lo hai deluso moltissimo, ma l’ossessione in un adolescente resta, quindi la vendetta è la via più facile che si trova davanti. Comunque nessuno o quasi vi aveva riconosciute, quindi il problema non si pone. Al massimo potevi denunciarlo per stalking e violazione della privacy, a quel punto avresti rovinato tu a lui la vita…

Mia esperienza: torniamo al mio primo ragazzo. Dopo che ci siamo lasciati, ha iniziato a perseguitare me e la mia famiglia per mesi. Io avrei voluto restare amici, ma lui no, voleva che tornassimo insieme nonostante tutto quello che aveva detto in giro e che continuava a dire… Pensava forse che più mi perseguitava, più mi avrebbe convinta perchè ha iniziato a telefonare a me e alla mia famiglia su telefoni fissi e cellulari (che siamo stati costretti a cambiare), anche a mie amiche e in case in cui non abitavo più. Gli orari erano i più disparati: dal sabato notte alle 4 dalla discoteca (si sentiva la musica in lontananza), alla mattina alle 8 il giorno di capodanno, dopo 7/8 mesi che ci eravamo lasciati, quando io già stavo insieme ad un’altra persona. In più, faceva gli appostamenti sotto casa dei miei genitori che quando lo vedevano non erano affatto tranquilli, al punto che un giorno mia mamma non ce l’ha fatta più e dopo l’ennesimo pedinamento, quando se l’è trovato davanti, gli ha scaricato una raffica di insulti liberatori chiedendogli di lasciarci in pace. Sei libera di pensare che non abbia fatto bene, che queste cose si risolvono parlando civilmente, ma con certe persone ti assicuro che non è possibile, come in questo caso, mentre con altre persone è addirittura pericoloso (le tante donne uccise dall’ex che voleva solo parlare ne sono la prova). Da quel giorno, era passato quasi un anno da quando ci eravamo lasciati, le telefonate si sono diradate, ma sono finite del tutto solo quando l’allora fidanzato (attuale marito) lo ha chiamato per avvisarlo che se avesse continuato lo avremmo denunciato. Infatti io e la mia famiglia eravamo già pronti per andare in questura. Avevamo paura, sì, ma la paura non ci avrebbe mai portati a suicidarci, piuttosto a difenderci. A distanza di anni ho perdonato anche lui.

Puntata 5

La trama: la tua amica omosessuale che ti ha baciata, per difendersi dall’accusa di essere lei nella foto del bacio, dice in giro che una delle due ragazze eri tu (vero) e che in passato sei andata a letto con un ragazzo (non vero).

Ma davvero stiamo ancora parlando delle balle messe in giro da adolescenti?? In questo caso pure giustificate dalla paura di mostrarsi per come si è realmente?? Che mettere in giro voci non vere sia enormemente sbagliato è un punto fermo a qualsiasi età, ma prova a dirlo ad un/una sedicenne omosessuale che non vuole ancora fare outing: direbbe di tutto pur di non ammettere la sua omosessualità. Lasciala parlare, poi smetterà. Se ti pesa così tanto il giudizio degli altri, esci con il ragazzo che ti piace (e che era dispostissimo ad uscire con te) e fatti vedere in giro con lui. Vedrai che capiranno che sei etero (che poi cosa ci sia di male a non esserlo non lo capirò mai….). E per le voci sulla presunta relazione con l’altro ragazzo, fregatene o se non ci riesci, segui i consigli che ti ho dato all’inizio, nella puntata 1.

Mia esperienza: mi dispiace deludere i maschietti all’ascolto, ma non parlerò di baci fra me e un’altra ragazza perchè non ci sono mai stati. Piuttosto racconterò di cosa mi è successo durante una gita alle superiori, visto che nella mia classe abbondavano i bulli (anche ragazze) che non perdevano occasione per prenderti in giro. La loro compagnia non mi piaceva, per cui durante la gita feci amicizia e mi aggregai ad un gruppo di ragazze di un’altra scuola. Tra loro ce n’era una, capelli corti e con le treccine, senza ragazzo, fisico asciutto e un po’ mascolino, timida e taciturna, insomma la classica ragazza da usare come bersaglio. A me faceva tenerezza perchè era messa in disparte e presa in giro da tutti quindi mi sono un po’ avvicinata a lei (mi sono solo aggregata al suo gruppo nei 3 giorni di gita, ci ho scambiato due parole e ci siamo fatte qualche foto) e ovviamente i miei compagni colsero la palla al balzo dicendo che c’era qualcosa fra di noi. Vi dico solo che ero fidanzata da due anni con un ragazzo, quindi mi sembrava assurdo che la gente potesse anche solo pensare una cosa del genere!! Nonostante fossi molto stupita della cosa, lasciai parlare le male lingue senza replicare. Tornammo a casa, io non la vidi più e dopo qualche giorno i bulletti trovarono un nuovo argomento su cui ricamare sopra dimenticandosi di noi. A parte l’avermi rovinato la gita, non ho permesso che mi rovinassero altro, è bastato semplicemente ignorarle.

 

Fra qualche giorno pubblicherò il seguito con le mie considerazioni su altre puntate. Intanto mi farebbe piacere che mi diceste nei commenti cosa pensate di questa serie.

Avete visto 13 Reasons Why? Pensate anche voi che sia diseducativa e fuorviante oppure credete che gli adolescenti di oggi siano abbastanza maturi da capire che non ci si può suicidare per i futili motivi descritti nella serie (tranne lo stupro) e che lei aveva seri problemi psicologici (depressone, manie di persecuzione, egocentrismo…) che l’hanno portata a quel gesto?

7 Responses to “13 Reasons Why… ma sono proprio 13 i motivi? – prima parte”

  1. nella crosiglia ha detto:

    Non ho visto la serie mia cara , non le vedo quasi mai perchè perdo sempre qualche puntata o dimentico di registrarle.
    Le cose che narri sono al’ordine del giorno, se non peggio o con peggiori conclusioni.
    Ci sono animi forti che reagiscono nella maniera giusta ed altri che possono essere portati a gesti estremi anche se le cause possono sembrare di poco conto. Ma tutto dipende dal carattere e questo è un grande problema , la mi conclusione purtroppo è che tutto può succedere ed essere immerso nella realtà!
    Un grande abbraccio

    • Pamela ha detto:

      Ciao Nella,
      infatti hai ragione, dipende tutto dalle singole persone e da come reagiscono agli eventi della vita. Proprio per questo motivo secondo me l’approccio alla serie è sbagliato: è stata fatta passare per una serie da adolescenti, invece secondo me è solo dannosa per loro perchè un carattere debole, condizionabile o con problemi di fondo (ad esempio tendente alla depressione), vedendo una serie del genere potrebbe sentirsi giustificato a togliersi la vita.
      Un bacio! :-*

      P.S. Se non hai visto questa serie, non ti preoccupare, non ti sei persa niente!! 🙂

  2. Enza ha detto:

    Ciao cara,

    ho visto la serie e devo dire che, sebbene mi sia dispiaciuto per quello che possa essere accaduto alla protagonista (la scena del suicidio è stata troppo forte per me), anche io ho riflettuto sul fatto che le cause del suo suicidio non erano così significative.
    Durante la fase adolescenziale può facilmente capitare che accadano le cose che sono capitate ad Hannah. E poi con genitori così meravigliosi mi sono chiesta come poteva essere possibile che lei si sentisse così sola.
    Ho cercato una giustificazione. Quindi sono arrivata a credere che il disturbo maggiore di chi pensa al suicidio sia il sentirsi completamente soli e l’entrare in un loop in cui la vittima crede che tutti ce l’abbiano lei.
    Anche io sono stata vittima di episodi poco simpatici con i compagni di classe, soprattutto nelle medie. Ero piccola, magra, con l’apparecchio, gli occhiali spessi e i capelli a caschetto per nascondere le orecchie e sventola, ma non ero l’unica al mondo eh! Forse era quello che mi permetteva di non dare un peso tragico a tutta la faccenda. Non ero l’unica, altre come me venivano prese in giro e subivano scherzi.
    Ho subito i classici dispetti: soprannomi strani, avances fatte per essere derisa, spintoni che mi hanno provocato un bel bernoccolo sulla testa perchè sono stata sbattuta con tutto il corpo contro i portici di una via della città, mi spariva il berretto di lana in inverno, perchè me lo prendevano dalla testa.
    Sono anche stata presa in giro di ragazzi per i quali provavo interesse….
    E anche io ho avuto un fidanzato particolarmente psyco (!) e non per questo ho pensato di farla finita, ecco, grazie al fatto che poi genitori ed amicizie molto vicine hanno fatto si che potessi superare il problema.
    Be’ cose normali no? Si, sono assolutamente normali e ti dico che tutto sommato non mi dispiace averle vissute, perchè poi col tempo ho imparato che se dovevo emergere dalla massa mi sarei dovuta prendere un po’ più cura di me stessa e crearmi una personalità autentica.
    Poi col tempo le cose cambiano, si fanno nuovi incontri, nuove amicizie e divertenti esperienze e quello che si è vissuto prima sparisce dalla mente.
    Tuttavia ho anche pensato che gli adolescenti di oggi sono più fragili di quando lo eravamo noi, perchè i genitori di adesso sono, malgrado il lavoro che li rende poco presenti, più ansiosi, più nervosi ed anche più fragili come genitori.
    Io personalmente ritengo di avere avuto dei genitori molto forti, anche come ruolo all’interno della famiglia. Ora posso fare un resoconto e riconoscere davvero mio padre come padre a mia madre come madre. Due ruoli decisamente chiari e lampanti, a tal punto che nel caso avessi deciso di diventare madre, avrei voluto essere come mia madre nel modo più assoluto, Perchè sono quasi certa che mia madre abbia adottato un metodo efficace per crescere figli felici, con personalità decise, che sarebbero diventati adulti ragionevoli ed autonomi.
    Ed è anche per questo (ma non è l’unico motivo) che ho deciso di non avere figli: la situazione sociale, culturale, nonchè il fatto che non sia possibile dedicare molte ore della gornata alla propria creatura a causa del lavoro a tempo pieno, avrebbe compromesso il mio ruolo di madre. Ma questo è un altro discorso….
    Forse Hannah, come quasi tutti gli adolescenti del terzo millennio che sono abituati ad avere tutto, avrebbe voluto avere genitori ancora più genitori (sto ipotizzando eh!), proprio per la questione che i ragazzi sono oramai abituati a desiderare sempre di più….
    La storia di Hannah, come quelle di molti altri ragazzi che più o meno vivono le stesse esperienze, non mi è chiarissima, l’unica cosa che posso, o possiamo fare Pamela, e riflettere sulla base di quelle che sono state le nostre esperienze ed il contesto sociale in cui eravamo collocate e poi fare il confronto, trovare le similitudini e le diversità.

    Comunque la tua recensione la trovo bellissima, secondo me molte donne si trovano nel racconto che hai scritto tu 😉
    E non vedo l’ora di leggere il resto!

    Un abbraccio
    Enza

    • Pamela ha detto:

      Ciao Enza,
      hai espresso perfettamente quello che è il mio pensiero sulla serie, in modo più sintetico e chiaro di quanto non abbia fatto io nel post. Siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda!
      Anche se non l’ho scritto, è dispiaciuto anche a me che lei si sia suicidata, infatti è per questo che volevo smettere di vederlo dopo la prima puntata.
      I fatti capitati a lei sono molto più comuni di quello che si pensi e, anche se non è giusto, bisogna accettarli e reagire, proprio come abbiamo fatto noi.
      Secondo me lei non era sola, aveva i suoi splendidi genitori (averceli genitori così a quell’età), un ragazzo innamorato di lei e che lei ricambiava, amici che comunque cercavano di coinvolgerla. Tutte cose che io non avevo e come me immagino anche una buona parte degli adolescenti che ormai sono diventati adulti. Lei invece si sentiva sola quando non lo era, la causa non poteva che essere qualcosa che non andava dentro di lei, un forte disagio (per non dire malattia) a livello psicologico. Parliamo di patologie, non di fatti oggettivi.
      Il tuo racconto mi conferma che ne abbiamo vissute tante e forse ci sono capitate cose peggiori di quelle capitate ad Hannah, ma le abbiamo superate, come tutti (o quasi).
      Tu, come me, hai avuto una relazione diciamo “difficile”, ma hai avuto i tuoi genitori e i tuoi amici che ti sono stati vicino. Anche io ho avuto i miei genitori vicino, ma all’inizio li volevo allontanare perchè non gli credevo (piuttosto credevo al bugiardo con cui stavo…) mentre quando ho capito che avevano ragione purtroppo ero già in un’altra città all’università… Amici zero, genitori lontani. E indovina? Sono sopravvissuta 😀
      Anche io come te ho avuto dei genitori che mi hanno seguita molto, sono stati anche rigidi (ora si sono ammorbiditi…), avevo orari e regole ferree da rispettare ed ho sempre vissuto da piccola nel terrore di sgarrare e deluderli. Mia mamma non lavorava, mio padre per contro stava mesi fuori casa per lavoro. Per me però il fatto di lavorare e non poterli seguire costantemente non è il motivo principale per cui non voglio figli, è proprio una cosa che al momento non mi attira.
      Solo sull’ipotesi dei giovani di oggi più fragili, mi sento di dirti che secondo me non è esattamente così: l’adolescenza è una fase difficile della vita di ognuno e lo è sempre stata. 15 anni li abbiamo avuti tutti, noi, i nostri genitori, i nostri nonni, ecc. e, anche se all’epoca non ci avremmo mai creduto se ce l’avessero detto, li abbiamo superati ed oggi siamo qui a raccontare e ridere di quei problemi che ci sembravano insormontabili. Oggi, a differenza di 20 o 30 anni fa, i ragazzi hanno più strumenti a loro disposizione per comunicare, sono più tutelati a scuola contro atti di bullismo (mai sentito parlare di psicologi scolastici ai miei tempi), sono più autosufficienti (se i tuoi genitori lavorano, devi imparare presto a vivere in casa da solo) e potenzialmente in grado di gestire la loro vita. Che poi si trasformino in ragazzi viziati che hanno tutto e pretendono anche di più anzichè essere responsabilizzati, penso sia più un problema dei genitori che non li educano e non li seguono (ma concedimelo, la colpa non è quasi mai del lavoro a tempo pieno!!) e dei ragazzi che ne approfittano piuttosto che per l’ambiente in cui vivono.
      Ti ringrazio per il bel commento, se davvero molte donne si ritrovano in quello che ho scritto, allora le ore passate a vedere quel telefilm non sono state del tutto inutili!! 🙂
      Un bacio! :-*

      • Enza ha detto:

        Si! secondo me sono molte le donne che si sono ritrovate Pam! E come dici tu sono proprio quelle che, come noi, hanno subito ed affrontato le stesse vicende adolescenziali ed adesso, se discutessero di ciò, ne parlerebbero come una cosa “ovvia”, no?
        Siamo decisamente d’accordo sul fatto che la fase adolescenziale è praticamente uguale per tutti.
        Alla fine, credo che dall’alto delle nostre età, sia stato tuttavia interessante guardare questa serie perchè ci ha portato a riflettere ed a constatare che non siamo tutti uguali e non tutti affrontiamo le esperienze di vita allo stesso modo.
        Poi che Hanna fosse soggetta ad un forte disagio è assolutamente chiarissimo e spero proprio che sia un caso molto isolato fra gli adolescenti, altrimenti sarebbe molto preoccupante, cavoli!
        Come dici tu aveva un ragazzo innamorato di lei, leale e buono, che io “ma quando mai?!”, era caina, che io “ma quando mai!?” (ma avessero considerato il mio lato B, cavoli! ed invece non mi si filava nessuno… solo i pazzi…. rido :D) ed aveva amici anche maschi, che io non avevo perchè durante le superiori la mia classe era completamente femminile e sai che difficoltà ad interfacciarmi con i ragazzi? Terribile….
        Sarebbe curioso intervistare degli adolescenti di oggi che hanno visto la serie, sapere che cosa ne pensano e cercare di estrappolare delle riflessioni anche da parte loro…

        • Pamela ha detto:

          Purtroppo il disagio che ha Hannah è piuttosto mascherato agli occhi di un suo coetaneo che oggi vive le sue stesse esperienze. Avevo letto che all’estero ci sono stati parecchi problemi dopo la messa in onda della serie che è stata accusata da alcune associazioni di istigare al suicidio. Un adolescente labile come lei, dopo la visione del telefilm potrebbe essere indirizzato verso il suicidio, pensando che quello che sta passando lui è anche peggiore di quello che in realtà succede ad Hannah.
          Riguardo al lato B, a me non guardavano niente anche perchè ero fidanzata, ma l’avessero fatto di sicuro non mi sarebbe dispiaciuto!! 😀
          La scuola femminile per te deve essere stata una vera sofferenza: non oso immaginare orde di ragazzine adolescenti che se la prendono con una sola… Altro che bullismo!! Era proprio persecuzione!!
          Ho sentito diversi ragazzi giovani (non adolescenti ma giovani) ai quali è piaciuto il telefilm e che hanno capito e giustificato il suo gesto… Non capiscono che lei ha problemi, mi ripetono che è una ragazzina normale alla quale sono successi fatti orribili (????). E qui io rispondo che se quelli sono fatti orribili, io oggi dovrei essere morta almeno una decina di volte 😀 E’ per queste persone che è nata la mia preoccupazione e la volontà di scrivere qualcosa sul blog.

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